Segno di grande civiltà di una popolazione è sicuramente la capacità che questa ha di preservare le risorse del territorio che abita e di considerarle non un impiccio per la realizzazione dei impropri insediamenti, bensì opportunità di ulteriore sviluppo.
Un itinerario tra le bellezze intatte della natura, dove l'uomo è riuscito a insediarsi senza interferire, ci conduce alla scoperta delle sette valli ossolane che circondano il Lago Maggiore.
Una delle valli che ha saputo conciliare al meglio urbanizzazione e natura è la Val Vigezzo: il borgo di Malesco è infatti percorso da caratteristici viottoli e circondato da un'immensa distesa di verde dell'area più selvaggia d'Italia, la Val Grande. Anche il paese di Formazza, nella omonima valle, ha saputo unire con maestria civiltà e natura: il centro abitato è infatti racchiuso in un meraviglioso paesaggio di conifere, pascoli alpini e rocce scoscese.
Gli stessi Walser, presenti sia in Val Formazza che in Val Anzasca, hanno saputo sfruttare sapientemente i doni della natura, sia creando, dai pochi elementi a loro disposizione, preziosi supporti al proprio lavoro in pietra, legno e metalli, sia costruendo le proprie baite con la tecnica dell'incastro dei legni, detta tecnica a Block-Bau, e realizzando in pietra i tetti.
Altro esempio di insediamento selvaggio è rappresentato dalla Valle Antrona, i cui comuni di Viganella, Montescheno, Seppiana e Antronapiana con le loro tipiche abitazioni alpine in pietra e legno, si sono perfettamente inseriti in un ambiente naturale caratterizzato dalla presenza di fitti boschi e numerosi laghetti alpini.
Le valli del Lago Maggiore sono un perfetto modello di quella che oggi viene chiamata ecosostenibilità, dove natura e cultura convivono in perfetta armonia.