Il restauro di una delle parti più antiche della canonica di S. Maria ha consentito l’apertura nel 2009 di un nuovo museo, un’ampia e preziosa raccolta di opere in gran parte ricavate dal tesoro della Cattedrale a cui si aggiungono reperti lapidei, gruppi statuari in terracotta, reliquari, paramenti sacri e codici miniati medievali provenienti dall’Archivio storico capitolare della città.
L’allestimento, articolato in 12 sale, si affaccia sulla corte interna, dove è stato recuperato l’antico pozzo centrale e una piccola fontana a vasca in pietra. Particolarmente commoventi sono i gruppi statuari fittili che ripropongono con veristica teatralità le sequenze della Passione di Cristo.
Da notare il dittico eburneo appartenuto a un patrizio romano (V sec d.C.), recante sul retro l’elenco in successione dei vescovi novaresi e due rare collezioni esposte per la prima volta: una di monete romane e l’altra di antichi vasi della Magna Grecia dei secoli IV-II a.C. Dall’ultima sala del museo si accede al Museo Lapidario, in parte ordinato sotto gli archi ogivali del chiostro, che accolgono aree votive, sarcofagi, epigafri sacre ed elementi architettonici rinvenuti in città e nel territorio circostante.
Tra i reperti di maggior pregio la stele celtica di S. Bernardino di Briona, una testa di pietra proveniente dalla Badia di Dulzago sempre di derivazione celtica, la lapide di Appia Faventina e, infine, un prezioso rilievo sepolcrale romano con la raffigurazione di una nave della fine del III sec.