La cultura di Golasecca, sviluppatasi in Pianura Padana tra la tarda Età del Bronzo e l'Età del Ferro, prende il nome dalla località di Golasecca dove, nel XIX sec., l'abate Giovanni Battista Giani effettuò i primi ritrovamenti.
La cultura di Golasecca è nota principalmente per le sue usanze funebri; le aree funerarie, distaccate dai nuclei abitativi, erano collocate lungo le vie di comunicazione più importanti, spesso in prossimità di torbiere e nuclei paludosi non utilizzati a scopo agricolo. Le sepolture più importanti venivano fatte in posizioni elevate, circondate dai così detti, anche se impropriamente, "cromlech": circoli o allineamenti di pietra. Il tradizionale rito funebre di questa antichissima civiltà prevedeva la cremazione del defunto e la sepoltura delle ceneri in urne di terracotta accompagnate da un corredo funebre.
Questi reperti sono stati raccolti e sono visitabili presso il Museo Civico di Sesto Calende.
Inoltre all'interno dei giardini pubblici del Parco Giovanni Siviglia è possibile ammirare la fedele riproduzione di una sepoltura di circoli di pietra.